Hudson Leick: come ottenni il ruolo di Callisto in Xena Principessa Guerriera

Nuova intervista a Hudson Leick per la #ZonaVintage! L’intervista è stata svolta da Bret Ryan Rudnick per Whoosh.org e risale al lontano 1997, durante la terza stagione di Xena. L’interprete di Callisto parla della vita sul set e di come è arrivata ad ottenere il ruolo.

Rudnick: Da quel che ho sentito dalle diverse persone con cui ho parlato finora, sembra che tutto sia ben organizzato e che appena si arriva (in Nuova Zelanda)
si viene messi a lavorare.

Hudson: Sì. Danno circa un giorno di riposo. Si arriva di mattina. Ho sempre addosso lo stesso cavolo di costume, ne sono così stufa.

Rudnick: [ride] Intuisco che per le tue nuove apparizioni non ti abbiano cambiato il costume.

Hudson: [in tono enfatico] No! [ridono entrambi] Non ancora. È un ottimo costume — è elegante e bello, e N’gila [Dickerson, costumista della serie] ha molto talento. Lei sa che sono solo stufa di indossare sempre la solita cosa ogni volta. Il mio corpo cambia, quindi devono sempre sistemare qualcosa. Dopo averlo provato posso riposarmi per il resto della giornata. Verso le sette di sera diamo un’occhiata ai copioni. Solo Dio sa che razza di orario c’è a Los Angeles, perché già per allora ho bisogno di accasciarmi. E’ davvero dura.

Rudnick: Verso la fine della tua permanenza lì probabilmente ti sei abituata al cambio d’orario e poi devi ricominciare tutto da capo.

Hudson: No, solitamente sono soltanto quei primi due giorni. Ti distrugge solo per un po’. Il primo giorno, quello in cui arrivi, ti uccide. Leggiamo i copioni alle sette di sera, ora locale, quando da dove arrivi sarebbero le tre o quattro di notte e tu vorresti solo aver finito. Ma il giorno dopo è tutto per me, quindi posso fare qualsiasi cosa, o nulla.

Rudnick: Quando sei in Nuova Zelanda trovi il tempo per fare la turista o vuoi soltanto riposarti e prepararti per il lavoro che devi fare?

Hudson: Dipende. Prima del lavoro, no, ho solo voglia di riposarmi, specialmente quei primi due giorni. Ma dopo, durante i weekend, vado in giro con la mia migliore amica, si chiama Artemis. Oppure mi vedo col mio fidanzato, Adam. Partiamo per il weekend e andiamo in giro con la macchina.

Rudnick: Quindi non ti fanno lavorare durante il weekend?

Hudson: No, no. A volte lavoriamo di sabato, ma di domenica mai. L’ultima volta Adam e io abbiamo viaggiato per tutta l’Isola del Nord. Ma è stato quando avevamo già finito le riprese, in realtà. La prossima volta andremo nell’Isola del Sud.

Rudnick: [pensando all’ultima apparizione di Callisto e alla lava, nell’episodio 2×14] Sta’ lontana dal vulcano!

Hudson: [ride]

Rudnick: Leggevo delle cose riguardo i tuoi anni giovanili che mi hanno fatto stare male per come la gente ti abbia fatto passare brutti periodi negli anni delle superiori. Ma la tua forte personalità ti ha permesso di andare avanti. Ti trovi a ripensare a quegli anni e a quelle esperienze mentre reciti una parte intensa come quella di Callisto?

Hudson: Sì, ma non credo che sia cosciente. Non sto lì a pensare “ok, sono alle superiori e mi stanno chiamando ‘rifiuto’, scatena le emozioni”. È più interiore. Se hai passato un periodo difficile, e per me è durato tre anni, ti resta dentro. Diventa parte delle tue difese. Penso che Callisto abbia un sacco di ciò. Callisto è probabilmente come una ragazzina di 14 anni, una giovane donna veramente arrabbiata. Questo è ciò che mi sembra. Non adulta, non matura. Sì, sicuramente ciò gioca una parte. Non è una cosa a cui penso costantemente, ma so che c’è, e da dove viene la rabbia.

Rudnick: Callisto è certamente un personaggio popolare. Gli episodi di Xena in cui compare Callisto hanno un indice di ascolto decisamente maggiore. In tutto il mondo è popolare. Ho ricevuto un messaggio l’altro giorno da qualcuno del Regno Unito che voleva che sottolineassi che lì Callisto è uno dei personaggi preferiti.

Hudson: È meraviglioso. Davvero gratificante. Se lo show [Xena] viene trasmesso e in quel momento mi trovo a guardare la tv, lo guardo, ma non sono una grande telespettatrice.

Rudnick: Ho sentito dirlo da molte altre persone con le quali ho parlato.

Hudson: È strano, perché è il mio ambito, e probabilmente dovrei conoscerlo meglio e seguirlo. Mi piace Buffy l’ammazza vampiri. Non vado a cercarmelo, ma ecco, se è in onda mente sto guardando la tv, lo guardo. Mi piace molto guardare Xena, e non c’entra il fatto che io ci lavori dentro, lo guarderei comunque. Diventa sempre meglio col tempo. È più oscuro e interessante, è bello!

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Rudnick: Hai paura di essere collegata per sempre a un ruolo?
Hudson: No. Solitamente recito sempre personaggi cattivi. Lo faccio da un po’. Non credo che verrò etichettata come psicotica, non sono preoccupata per questo. Credo che i ruoli oscuri mi siano più facili da interpretare. È più facile immedesimarsi. Sono meno vulnerabili. Si tratta della vulnerabilità, credo che sia questo a rendermeli attraenti. Impersonare ruoli molto sulla difensiva e arrabbiati mi fa sentire più sicura. Ci trovo sicurezza. O pazzia. Soprattutto pazzia.

Rudnick: Sul set, ti sembra di essere seguita minuto per minuto o ti permettono di caratterizzare il personaggio più o meno da sola?

Hudson: [ridacchia] Amo le tue domande. Sono poste così bene. Per Callisto, non sono molto seguita. Lo stesso vale per Lucy. Conosce il suo ruolo. Idem per Renee. Conosciamo così bene i nostri ruoli perché dopo che i personaggi furono definiti, li rendemmo reali. Durante le prove, che sono una cosa meravigliosa, quando Rob Tapert è lì e il regista è lì, o se R.J. (direttore di alcuni episodi) è presente, se sentiamo che il nostro personaggio non direbbe una cosa nel modo in cui è scritta, possiamo cambiarla. Magari dobbiamo lottare per la nostra idea, ma possiamo dire “non credo che il mio personaggio direbbe questo”. Se è qualcosa che secondo noi non uscirebbe dalla bocca del nostro personaggio, possiamo lavorare insieme e provare a immaginare cos’altro potremmo dire. Sul set, occasionalmente, posso aggiungere qualcosa e rendere il personaggio più interessante, più mio. Specialmente mentre schernisco Xena.

Rudnick: È una cosa che cambia da regista a regista?

Hudson: Se vado dal regista e sostengo “Non voglio dire questo”, lui risponderà “Ok, cosa vorresti dire? Troviamo un accordo. Parliamone con qualcuno e vediamo se si può cambiare”. Si mettono in discussione anche loro. Non mi hanno mai detto “No, non puoi dire quello”, a meno che non sia drastico. T.J. (Scott) è fantastico. Mi aiuta un sacco.

Rudnick: T.J. Scott diresse i primi due episodi di Callisto in modo che ci fosse un filo conduttore. Ma tornando un po’ indietro, ricordo di aver parlato con R.J. Stewart riguardo la tua audizione. Lui ha detto che non c’erano dubbi, che eri tu la persona adatta al ruolo.

Hudson: [ride]

Rudnick: Disse che era stato un giorno particolarmente buono per l’assegnazione delle parti, ma che quando leggesti la parte non ci sono furono dubbi. Quello era il tuo ruolo.

Hudson: [ride] Mi piace un sacco. Ti ho mai raccontato la storia? L’ho già raccontata in passato.

Rudnick: Fallo ti prego, mi piacerebbe sentirla.

Hudson: Questa è la mia versione di quanto accadde [ride].
Stavo attraversando un periodo veramente brutto allora, e mentre stavo al provino ero veramente di cattivo umore. Eravamo sedute in questo ufficio minuscolo. A volte mi sento migliore degli altri. È vero. È meschino e brutto, ma vero. [ridono entrambi] Non mi piaceva la situazione.
C’erano un sacco di attrici lì dentro e io sentivo che non ci stavano rispettando facendoci aspettare in quel piccolo ufficio. Tutti parlavano ad alto volume. Tutte dovevamo fare l’audizione e prepararci, ma non c’era silenzio. Tutte le persone della produzione stavano parlando e c’era confusione. È fastidioso quando devi prepararti a esprimere qualcosa e cerchi di concentrarti in una stanza piena di altra gente. Ricordo che non mi piacque per niente, stavo seduta lì ed emanavo irritazione. Non dicevo nulla, ma tutte le mie energie erano concentrare in quella direzione.
Nel momento in cui dovetti entrare, ero incavolata. Entrai e vidi un gruppo di persone. Tante persone. Ed erano lì della serie “dai, iniziamo!”. È angoscioso arrivare davanti a un gruppo e dover fare un’audizione. Volevo sapere chi fosse ognuno di loro. C’erano circa diciassette persone. O forse no, forse mi sembrò solo così. Forse ce n’erano undici. Ma c’era un sacco di gente, e andai da ogni singola persona a stringere loro la mano e a chiedere il loro nome. A tutti. E credo che questo li colpì e li fece diventare un poco diffidenti verso di me [ridono entrambi].
Non fui nemmeno molto amichevole. Dissi [bruscamente] “Ciao. Come ti chiami?” e poi feci il provino. Avevo visto Hercules e come le donne fossero seminude. Io non ero così. Indossavo una gonna lunga fino alle caviglie e avevo coperta ogni parte del mio corpo. Non feci nessuna cosa d’azione. Un sacco di ragazze nella sala d’attesa indossavano vestitini ristretti e avevano preparato calci o robe simili. Io non capivo in alcun modo come si potessero aggiungere calci e salti mortali e altro durante un provino. Voglio dire, lei (Callisto) è una psicopatica, discute riguardo qualcosa. Non è che viene presa da un raptus e inizia a dare calci all’aria. Non mi sembrava appropriato. Quindi non lo feci, restai ferma.

Rudnick: Ti trovavi in uno spazio ristretto?

Hudson: Quella era la sala d’attesa. Ma più che lo spazio mi aveva infastidito il fatto che mi sembrava una mancanza di rispetto alle attrici in quanto esseri umani. Una cosa fatta tanto per.

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Marco Pischedda
Fan di Xena da sempre, nel 2011 ho fondato "Xena Italia" su facebook per ricordare la serie e poter condividere con altri la mia passione. Ho incontrato Lucy Lawless nel 2016 e non ho ancora abbandonato la speranza di poterla rivedere insieme a Renee O'Connor nei loro ruoli originali un'ultima volta. Sono fortemente convinto che un giorno sarò in grado di spostarmi con capriole volanti sfidando la forza di gravità e possiedo un chakram che porto con me nelle avventure che condivido spesso su Instagram.

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