Intervista a Lucy Lawless: “Ecco perché sono pronta a essere dimenticata e va bene così”

Lucy Lawless, pochi giorni fa, ha rilasciato un’intervista a Stuff in cui si è aperta molto riguardo al suo lavoro, al suo punto di vista riguardante la sua carriera e alle sue passioni che la stanno impegnando negli ultimi tempi.

Ho apprezzato molto il modo sincero e onesto in cui Lucy si è espressa riguardo ai diversi argomenti e per questo ho fatto la traduzione della quasi totalità dell’articolo. Per chi, invece, volesse leggere l’intervista in lingua originale, trova il link in fondo alla pagina.


Si dice spesso che i giornali contengano la prima stesura della storia, ma non tutti vogliono far parte di quella storia. Non Lucy Lawless. Lei non vuole essere ricordata.

Lucy ritiene che l’eredità sia la ricerca degli uomini. Quando morirà, lei non vorrà nemmeno una lapide. Vorrà che le sue ceneri siano sparse da qualche parte, probabilmente nel Golfo di Hauraki. Che qualcuno la ricordi o meno dopo, beh, a lei non importa davvero.

Non mi interessa“, dice, tuttavia la sua frase si interrompe quando vede la fotocamera che sta per scattare. Si gira a guardare in basso nell’obiettivo. Ride. Ci sono luci e una telecamera, e la sto intervistando in un vecchio edificio di mattoni in una parte benestante di Auckland durante le riprese di copertina della domenica. Lavorare con le fotocamere, parlare e posare per le foto è naturale per lei, ma forse è solo perché è ciò che richiede il suo lavoro.

Non mi interessa cosa manchi di me alla gente. Sono piuttosto felice di essere dimenticata. Non mi importa. Faccio queste cose perché fa parte del mio lavoro o per aiutare qualcuno con una causa“.

È nota per interpretare ruoli femminili forti. Ricorderemo Lucy Lawless come un’attrice che ha spinto i confini per creare ruoli femminili in vesti di supereroine e detective geniali?

No“, risponde lei. “Questo è ciò che mi viene offerto. In realtà apprezzo i personaggi molto passivi e deboli. Li adoro!” Dice che interpretare personaggi “molto passivi” può essere più divertente rispetto all’interpretare audaci eroi. Sono più complessi. Le donne che interpreta sono così perché i registi la cercano per quei ruoli. “Io non cerco niente. Sono davvero, tipo, estremamente passiva. Forse non lo sono così tanto in questi giorni, ma non inseguo davvero le cose“, dice.

Ricorderemo Lucy come attivista che è stato multata e condannata a 120 ore di servizio alla comunità per aver scalato una nave per la trivellazione petrolifera? “Non ho nulla in contrario. All’epoca, nel 2013, era quello che dovevamo fare per cercare di svegliare le persone sul cambiamento climatico. Ora appartiene ai ragazzi“, dice. “Il volto dell’attivismo è cambiato molto“.

Quando Lucy si unì agli attivisti di Greenpeace in Nuova Zelanda per fermare una nave da perforazione petrolifera diretta verso l’Artico.

Forse, alcuni ricorderanno Lucy come la sconosciuta dietro un pilastro nella galleria pubblica di un tribunale perché quando è in pausa tra un lavoro e l’altro, lei ha l’abitudine di assistere ai processi penali, in particolare a quelli riguardanti i casi di omicidio. È anche andata a vedere il processo al miliardario Jeffrey Epstein, condannato per molestie sessuali.

Quando va in tribunale, Lucy ama andarci da sola e sedersi vicino a un pilastro. Ritiene che il pilastro la aiuterà a proteggere la sua identità e a nascondere eventuali sorrisi o smorfie.

Da bambina ho sempre voluto essere un patologo forense. Non sapevo davvero cosa fosse un patologo, ma volevo capire cosa uccidesse le cose. Mi piace vedere come funziona“.

Sarebbe facile tracciare un parallelo tra la sua passione per l’omicidio nella vita reale e il suo personaggio in My Life Is Murder. Ma insiste sul fatto che non sia collegato: dice che non l’ha aiutata a interpretare Alexa Crowe ed è davvero solo un hobby. “La prima volta che sono andata all’alta aorte, non potevo credere di cosa stessero parlando“, ricorda. “Venne detto… ‘Basta gettare il corpo nel lago e lasciare che le anguille lo becchino’. E io ero tipo, ‘Cosa! Sono a casa, sono nel mio posto felice’.”

La casa e il suo posto felice sono argomenti che emergono spesso nella conversazione con Lucy. È un’orgogliosa Aucklandese. È nata a Mt Albert e oggi vive non lontano dalla sua vecchia casa di famiglia.

Quando è arrivato il Covid-19 e la produzione di My Life Is Murder si è trasferita dall’Australia ad Auckland, Lucy era entusiasta di poter lavorare nella sua città natale. Significava andare al lavoro da casa sua, non da un hotel o da un appartamento in affitto. “Potevo dormire nel mio letto, vedere la mia famiglia e mostrare al mondo la mia città natale“, dice. “Questa serie è fatta per un pubblico mondiale, e non è girato in Nuova Zelanda come la terra di Tolkien, o in qualche luogo mitico. È la nostra città, ed è bellissima, rigogliosa. Abbiamo dovuto sforzarci di non avere la Sky Tower in ogni ripresa“.

Lucy insieme a Martin Henderson nella seconda stagione di My Life Is Murder, in partenza il 30 agosto. ©TVNZ

Dagli anni ’90, tuttavia, è raro che Lucy trovi lavoro ad Auckland. Nel 1989, a 21 anni, ha ottenuto il suo primo lavoro in televisione nello show di Auckland, Funny Business. Era una commedia in cui interpretava reporter, groupies o qualsiasi altra cosa fosse richiesta. E poi il suo ultimo grande progetto qui è stato Xena: Principessa Guerriera, dove ha incontrato suo marito, Robert Tapert.

Lui era il produttore esecutivo, lei la star. “Era una di quelle cose troppo cliché per durare, eppure siamo ancora qui“, dice riferendosi al suo matrimonio.

La coppia vive ancora insieme ad Auckland, anche se la maggior parte del loro lavoro tende a svolgersi negli Stati Uniti. Hanno due figli, di 19 e 21 anni. Lucy ha una figlia, Daisy Lawless, che ha 32 anni e lavora nell’industria cinematografica di Auckland.

Lucy insieme a suo marito Rob Tapert. “Era una di quelle cose troppo cliché per durare, eppure siamo ancora qui” ©Olivia Hemus

La Lawless ora ha 53 anni ed è ancora lontana dalla pensione, ma parla spesso dell’industria televisiva al passato, o con solo una lieve devozione. “Inoltre“, continua, “la recitazione non è più la cosa più importante per me. Mi piace perché è divertente ed è la mia attività principale, ma alcuni giorni cambio idea o penso di cambiare direzione“.

Un’altra cosa piuttosto interessante a cui si sta dedicando è l’agricoltura, insieme a suo figlio di 19 anni. Lui e un gruppo di uomini tra i 70 e i 90 anni hanno lavorato nella piccola fattoria di Lucy per piantare alberi rari e coltivare funghi.

Mio figlio lavora con questi vecchi che sono raccoglitori e micologi, che è lo studio dei funghi“, spiega. “Loro sono gli esperti, e lui è solo un ragazzo ben intenzionato su cui stanno riversando le loro conoscenze“.

Lucy adora la fattoria che stanno costruendo insieme. “Queste mani, queste sono le mie mani che scavano patate“, dice, fissandosi le dita. “Scavo con le mie mani!

Mangi carne, le chiedo? “Qualche volta. Non dirlo a James Cameron, non mi assumerà più“.

Dice che la fattoria è un luogo dove la conoscenza della vecchia scuola, il nuovo sangue e l’ambientalismo si uniscono. Adora le querce himalayane che stanno coltivando. E la vecchia fattoria, anche se non è molto più di una “tana di topi“, è un luogo in cui Lucy si sente a casa. Infatti ha riempito i buchi nel pavimento e nel tetto e ha deciso di portarci una piccola casa in cui poter vivere. Prima, però, dovrà procurarsi un nuovo trattore. Ha già costruito il capannone.

Foto condivisa da Lucy su twitter lo scorso 12 luglio con scritto: “SONO FELICE!”

Forse, Lucy sarà più nota come agricoltore. Alla fine dell’intervista, lei insiste nel dire che non si è mai “troppo vecchi” per provare qualcosa di nuovo.

La vita è lunga“, dice. E non sai mai da dove trarrai il tuo impatto maggiore.

Al momento, se deve essere ricordata per qualcosa, vuole che venga ricordata per i suoi figli. A proposito di lasciti, cita il saggista del XIX secolo Henry Thoreau: “Non essere semplicemente buono; sii buono per qualcosa.

Fonte dell’intervista originale: stuff.co.nz

Lucy mentre posava per STUFF in occasione di questa intervista. ©David White/STUFF

Marco Pischedda on Instagram
Marco Pischedda
Fan di Xena da sempre, nel 2011 ho fondato "Xena Italia" su facebook per ricordare la serie e poter condividere con altri la mia passione. Ho incontrato Lucy Lawless nel 2016 e non ho ancora abbandonato la speranza di poterla rivedere insieme a Renee O'Connor nei loro ruoli originali un'ultima volta. Sono fortemente convinto che un giorno sarò in grado di spostarmi con capriole volanti sfidando la forza di gravità e possiedo un chakram che porto con me nelle avventure che condivido spesso su Instagram.

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